La ginnastica propriocettiva

I muscoli hanno un sesto senso che non è una prerogativa esclusiva di pochi fortunati: ce l'hanno tutti.
Sapere in quale posizione ci si trova, sempre, anche ad occhi chiusi, migliora la nostra capacità di reagire ad eventuali stimoli esterni tendenti ad alterare la nostra posizione nello spazio. Ma come fa il nostro corpo a mantenersi in equilibrio e a stare eretto? Come riesce a rispondere sempre nella maniera migliore alle continue sollecitazioni che riceve dal mondo esterno?
Grazie alla propriocettività, termine introdotto da Sherrington per descrivere gli ingressi sensoriali che originano nel corso di movimenti guidati centralmente da particolari strutture, i propriocettori, presenti nelle articolazioni, nei muscoli e nella cute. La loro funzione principale è di fornire informazioni di retroazione sui movimenti propri dell'organismo, in altre parole di segnalare, istante per istante, quali siano i movimenti che l'organismo stesso sta compiendo.
L’organismo ha così la percezione di sé in rapporto al mondo esterno. Infatti, non sono solo la vista, l'udito o il tatto a informare come si posiziona il corpo nella realtà, ma la sensibilità propriocettiva che permette di sentire il movimento di un braccio o di una gamba anche quando gli occhi sono chiusi e consente al corpo di muoversi al meglio.
Grazie alla nostra complessa struttura anatomica, che si compone di centri e vie nervose e di strutture, come ad esempio i muscoli, che rispondono ai comandi che arrivano dal sistema nervoso c'è un continuo scambio di messaggi tra l'ambiente esterno e quello interno, quasi una centrale telefonica che smista le informazioni tra muscoli, tendini e sistema nervoso centrale.
Dopo un trauma si può perdere tale sensibilità: la rete di comunicazione tra sistema nervoso centrale e muscoli va in tilt; le risposte non sono più adeguate. Possono insorgere non solo lesioni fisiche, l'organismo può perdere e/o diminuire la sua capacità di valutare bene le informazioni che arrivano dall'esterno e i recettori inviano al sistema nervoso centrale sensazioni di qualità inferiore. Uno degli errori più grossolani nella rieducazione funzionale di un'articolazione lesa è il ricercare sempre e solo il recupero della mobilità articolare e del tono muscolare. Sicuramente sono due caratteristiche fisiche che devono essere rieducate, ma insieme ad altri fattori fra cui quello fondamentale della propriocezione.
Un programma di esercizi propriocettivi con attrezzi come la fitball, la tavoletta, il resizer, la semisfera e il cuscino consente di completare il ripristino globale della funzionalità dell'articolazione, e soprattutto di evitare recidive. Infatti, informazioni sbagliate possono causare nuove cadute e altri traumi.
Il trauma è un evento che esce dagli schemi fisiologici delle articolazioni e le sensazioni che verranno avvertite e le risposte che verranno messe in atto saranno sicuramente diverse da quelle che si avvertono in situazione di normalità: pensiamo al soggetto che si procura una distorsione alla caviglia che non riesce più a camminare bene sul piede traumatizzato, che porta il peso sull'altro piede e alla fine avverte dolori al ginocchio o alla schiena o in altri distretti corporei o al medesimo soggetto che, nonostante abbia fatto la rieducazione, continua a caricare maggiormente dal lato non traumatizzato proprio perché il sistema propriocettivo si è alterato, quindi dà informazioni alterate con conseguenti risposte alterate.

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