Che cos’è la Tecarterapia?

La parola tecarterapia o tecar è un termine commerciale che risulta essere in realtà l’acronimo di Trasferimento Energetico Capacitivo e Resistivo, un termine coniato alla fine degli anni ‘90 da una grande azienda che fu la prima a utilizzare nel campo della fisioterapia un principio fisico dei primi del 900 chiamato condensatore.
Lo strumento che si utilizza in Tecarterapia sfrutta il principio del condensatore ed è in grado di aumentare la vasodilatazione nella zona trattata, in questo modo vi è un maggiore afflusso di sangue e aumento della temperatura dall’interno. Ciò concretamente significa che il corpo viene aiutato e stimolato ad autoguarirsi da solo.
Indirizzata alle problematiche di infiammazione tessutale è nata per curare le patologie dello sportivo, in particolare gli stiramenti e gli strappi muscolari, estendendo la propria applicazione successivamente in altri ambiti.
SI è da subito dimostrata efficace nel drenaggio dei liquidi che si sviluppano nell’infiammazione, ad esempio in una piccola articolazione o nell’agevolare la guarigione dell’osso dopo una frattura, ma in seguito si sono trovate utili applicazioni per molte altre patologie, non solo muscolari o tendinee.
Non esistono controindicazioni e gli unici soggetti che non possono eseguirla sono le donne in stato di gravidanza e i pazienti con pace maker.
Come funziona?
La Tecarterapia utilizza semplicemente un elettrodo capacitivo o un elettrodo resistivo e
agisce in un raggio di radiofrequenze a onde lunghe a 0,5 Mhz.
Viene spalmata sulla cute una la crema conduttiva, che permette lo scivolamento del manipolo sull’area da trattare, e si muove il manipolo in varie direzioni in base alla strategia del terapista.
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